Note
This post was originally posted by James N. Shimabukuro on Jannuary 29, 2009, in the Innovate blog, which has since disappeared: see the Internet Archive version saved on February 27, 2009. It was then reposted automatically on the etcjournal.com blog, when the content of the Innovate blog was transfered to it. I am reposting it as it was, except that James N. Shimabukuro’s bolded titles are replaced by H4 title styles and the broken pictures have been removed or replaced.
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By Claude Almansi
Staff Writer
Thanks –
to all members of the LIFI (Laboratorio di Ingegneria della Formazione e Innovazione, or Laboratory of Educational Engineering and Innovation) team [1] for their concrete and theoretical work in the field of ICT (Information and Communications Technologies) for development and education, which I had the privilege to follow rather closely as translator of many of their texts since…
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Grazie per il re-blogging, Constantino. Quelli del team LIFI (e prima, dei progetti “Poschiavo”, “Guinée”, “movingAlps” ed altri) avevano già capito a metà degli anni 90 come la tecnologia poteva facilitare l’implementazione dei concetti cognitivi costruttivisti e collaborativi poi adoperati nei cMOOC.
Però capirlo così presto è anche stato paradossalmente un ostacolo: a metà degli anni 90, la tecnologia per implementarli era complicata e spesso solo in inglese: da qui una tripartizione a livello staff: concettori pedagogici, tecnologi implementanti e quelle figure di intermediari che loro formavano.
Perciò quando all’inizio degli anni 2000, sono apparse le soluzioni Web 2.0 facili da usare quanto l’e-mail, e in più lingue, i pedagogi non se ne sono accorti e hanno continuato ad affidare ai tecnologi lo sviluppo di soluzioni complicate del millennio precedente e a proporre formazioni di intermediari che le spiegassero agli utenti, purtroppo.
Ma rimane il lavoro fatto: l’introduzione delle TIC per imparare, con un approccio che parta dai bisogni degli utenti, in aree “on the wrong side of the digital divide”.
Merci Claude,
La mia é una preparazione a macchia. Tante cose mi sfuggono altre le intuisco, altre ancora non ci arrivo ma mi diverto anche così
Ciao